[Linuxtrent] Re: tavola rotonda linuxday

  • From: Roberto Resoli <roberto.resoli@xxxxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Mon, 24 Oct 2011 10:17:12 +0200

Il 24 ottobre 2011 07:51,  <gdo@xxxxxxxxx> ha scritto:
> Il 23/10/2011 18:27, matteo ruffoni ha scritto:
>>>
>>> io chiedo
>>> cosa ne pensate di come e' andatala tavola rotonda?
>>
>> per quel che mi riguarda bene molto bene, forse qualcosa è mancato sul
>> lato imprenditoriale e PA, ma sono campi fuori competenza
>> dell'assessorato istruzione.
>
> Difficile emergere quando 4/5 degli intervistati appartengono alla PA,
> nell'introduzione non si viene menzionati e così pure nel conseguente
> articolo.

Hai ragione, ma direi che hai rappresentato egregiamente il mondo
delle piccole imprese.

> Ma va bene così! Le regole sono imposte dalle PA e il mondo del lavoro, come
> ho detto sabato, è per sua natura opportunista adattando la propria offerta
> alla domanda.

Si; mi sarebbe piaciuto vedere più rappresentati del mondo aziendale, come anche
un dibattito un po' meno incentrato sulla domanda - risposta all'assessora.

Però direi che è solo un'inizio. Sono d'accordissimo con Matteo,
questo tipo di iniziative
credo dovremmo organizzarle più spesso, indipendentemente dal LD.

> Le piccole imprese locali sono comunque poco considerate. Generalmente
> vengono coinvolte per riparare ai guasti altrui quando va bene o per
> lavorare sottocosto come "contoterzisti" di qualche azienda più grande o
> detentrice di qualche monopolio di fatto o per tramite di consorzi
> sponsorizzati dalle organizzazioni di categoria.

Questo semplicemente non è più accettabile, se l'intenzione della
politica è quella di promuovere
l'innovazione sul territorio.
Il sw libero potrebbe essere un'elemento chiave per rompere questo tipo
di meccanismi, in cui si lucra su posizioni di vantaggio basate
sull'aver piazzato soluzioni proprietarie
qui e là.

> E' una scelta della politica per "semplificare" i rapporti con le imprese,
> ma il risultato è che il sistema non è remunerativo per colui che il lavoro
> produttivo lo dovrebbe svolgere che quindi cambia mestiere o mercato.

Non è "remunerativo" per nessuno, prima di tutto per i cittadini,
che vedono spendere molti soldi dalla PA per realizzare cose che si potrebbero
fare in maniera spesso migliore e sicuramente più flessibile, e
soprattutto garantendo una vita a lungo termine
delle implementazioni indipendentemente da chi le ha fatte in origine.

Insomma, il "pallino" ce l'avrebbe il committente, non chi realizza.
Se chi realizza è capace, si continua il rapporto,
se no si guarda altrove.

ciao,
rob
--
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