Sul numero in edicola in questi giorni di LinuxMagazine ho letto con un
certo interesse l'articolo qui sotto riportato.
QUalcuno di voi sta seguendo dal punto di vista delle info questo progetto
e se si e' interessante o no ?
Fred
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CICCHE NON AVEVA NOME, ORA CE L'HA La Luna sulla terra di Mark Shuttleworth è Debian II "Warty Warthdog" è una sorta di maiale butterato che si trova in Sudafrica. È ragionevole pensare che non frequenti gli stessi ambienti di Mark Shuttleworth, anche lui sudafricano. Mark è universalmente (o quasi) noto per essersi regalato per il compleanno una passeggiata nello spazio dopo aver venduto a Verisgn per 575 milioni di dollari la sua azien- da fondata nel 1995, la Thawte Consulting, che fu la pioniera dello svilup- po dei certificati digitali che sono (e ancora di più saranno) pervasivi su Internet. Cosa fa oggi Shuttleworth? È importante chiedersi cosa faccia uno con tanti soldi che ha già dimostrato di saper avere la giusta idea al momento giusto. Non sempre questo è indicativo (ad esempio lo stesso Steve Jobs con NeXT fece un gran buco nell'acqua, che però oggi può essere considerato propedeutico al successo della nuova Apple), ma il caso di Shuttleworth va sottolineato. Mark ha recuperato, pagandoli anche profumatamente, i principali sviluppatori di Debian, e ha fondato -prima in gran segreto- un'iniziativa basata sullo sviluppo di codice, chiamata in un primo momento: No Name Yet ("Ancora Senza Nome"), poi Canonical. L'obiettivo è quello di produrre una Debian stabile e professionalmente supportata con un ciclo di rilascio fisso di sei mesi. Un obiettivo che sem- bra essere limitato ma che è invece fondamentale. Debian è u^a delle distribuzioni preferite "in teoria": ha un vasto supporto di sviluppatori e ha un'infrastruttura di gran lunga più avanzata delle concorrenti (chi non ha mai usato apt/dpkg non può capirlo), ma nessun "manager" la scegliereb- be: lascia tali possibilità di scelta all'utente che non è certificata su quasi nessun sistema hardware, pochi produttori di software commerciale o pro- prietario, come Oracle, garantiscono i propri software su sistemi Debian e via dicendo. La Debian, chiamata Woody, di cui si vuole garantire il funzio- namento, è una roccia, ma è rimasta così tanto indietro da poter essere usata efficacemente solo nei sistemi che forniscono servizi limitati via rete come web server statici o sistemi infrastrutturali. Poiché la grande battaglia prossima ventura si giocherà su settore desktop, e Debian ha già dimo- strato di poter realizzare ottimi sistemi desktop (si veda Knoppix, ad esem- pio), la disponibilità di un nucleo stabile e avanzato sarà fondamentale, allo scopo di investigare modelli di business pratici per le aziende, nella pro- mozione di soluzioni garantite basate su Debian non solo nell'ambito desk- top. Per quanto incredibile possa sembrare, nell'esatto momento in cui ho scritto il precedente paragrafo, Mako Hill Benj, che è il capoprogetto di Canonica!, mi scrive che No Name Yet ha adesso un nome: Ubuntu 4.10 (nome in codice Warty, appunto). È possibile scaricarne una copia di pre- view da http://www.ubuntulinux.org/ oppure attendere la versio- ne definitiva e farsela spedire, a loro spese(!), in decine di copie da distri- buire in giro. Toc toc... ci sarà mai qualche milionario nostrano che voglia finanziare qualche iniziativa del genere in Italia? Emmanuele Somma <esomma@ieee. org> http://www. exedre. org
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