On 10/24/05, Rosa Fiori <iperall@xxxxxxxx> wrote: > Nasce la 'Banca del Riuso' del software per far > risparmiare tempo e denaro alla Pubblica > amministrazione per le applicazioni tecnologiche. a parte il divertente ("non ha precedenti") "Si tratta di una interessante iniziativa innovativa della Pubblica amministrazione italiana, che non ha precedenti in Europa [non ha precedenti in Europa e' in grassetto!], con cui si abbandona la logica del dover reinventare la ruota ogni volta che serve un applicativo tecnologico... " la parte interessante e' la seguente: "questo è un obbligo previsto dal Codice dell'Amministrazione Digitale, il quale dispone che per ogni acquisto di software applicativi l'amministrazione pubblica deve verificare nella banca del riuso se già esiste un analogo programma". Quindi basta chiedere al "Centro di Competenza per il Riuso" che inserisca nella banca dati OpenOffice come applicativo per l'ufficio. A quel punto ogni pubblica amministratione e' obbligata ad usare OpenOffice e non a comprare un'altra suite office? Se invece nella banca del riuso puo' entrarci solo codice fatto apposta per la pubblica amministrazione, basta probabilmente che qualcuno faccia una versione custom di OpenOffice per una pubblica amministrazione italiana (perche' non qui a trento?) e la rilasci sotto una licenza approvata da FSF. A quel punto siamo a cavallo. Sbaglio qualcosa? P. -- Per iscriversi (o disiscriversi), basta spedire un messaggio con OGGETTO "subscribe" (o "unsubscribe") a mailto:linuxtrent-request@xxxxxxxxxxxxx