[Linuxtrent] Re: Chi ha partecipato all'uccisione del primo ministro libanese? L'ONU aveva deciso di togliere il nome ma possibile che non sappiano cosa si cela tra le pieghe di un .doc?

  • From: Mario <alexmario@xxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Thu, 27 Oct 2005 08:20:27 +0200

Scrive Matteo Ianeselli <m.ianeselli@xxxxxxxxxxx>:

> Il giorno mer, 26/10/2005 alle 08.20 +0200, Mario ha scritto:
> 
> 
> 
> Mario, era un esempio, non era una proposta, visto che subito sotto
> sostengo che comunque non servirebbe a migliorare le cose in
> generale.
>

Da questa risposta, invece, si evince che almeno una volta nella vita
hai sviluppato gui. :)
 
> 
> Nel nostro caso dovrebbe corrispondere alla possibilità di rendere
> inaccessibli tutte le copie esistenti di quel documento anche dopo
> diverso tempo, cosa tecnicamente fattibile solo se l'accesso a quel
> documento è possibile solo tramite qualcosa che obbedisce "di più" a
> gente diversa dal proprio presunto utilizzatore. 
> 

Palladium.
Ma vedi che le soluzioni ci sono e sono anche a portata di mou...mano. :)

> +++
> 
> Cmq, ventisei anni fa il  buon Hofstadter poneva la questione in
> questi
> termini:
> 
> "... Se il calcolatore deve dare affidamento, è necessario che esso
> comprenda senza la minima ombra di ambiguità ciò che deve fare. È
> inoltre necessario che esso non faccia né più né meno di ciò che gli
> si
> ordina esplicitamente di fare. Se nel cuscino su cui poggia il
> programmatore vi è un programma che ha il compito di "congetturare"
> ciò
> che il programmatore vuole o ha in mente, allora è anche concepibile
> che, quando il programmatore tenta di comunicare il problema, egli
> venga
> frainteso. Dunque è importante che il programma di alto livello sia
> sì
> comodo per l'uomo, ma rimanga comunque univoco e preciso".
>

Dunque su Windows...
Per la verità tutto il software oggi esistente viola questo principio,
per le ragioni che illustrerò in seguito.

> Oggi si parla di "utenti", e non di "programmatori", e con la potenza
> di
> calcolo a disposizione si possono presentare vari scenari
> all'utente,
> che così può decidere con più tranquillità; tuttavia il significato
> resta: è importante che il comportamento del software sia
> prevedibile
> per chi lo utilizza, per cui o è il software che evita di porre
> (anche
> indirettamente) questioni a chi lo usa, o è l'utilizzatore che deve
> essere più accorto (e ad esempio non confondere le varie
> presentazioni
> dei dati con i dati stessi -- capisco che per chi è alle prime armi
> è
> una cosa difficile).
>

Esatto si parla di utenti, il che indica persone che usano il mezzo
senza cognizione di causa.
Oggi si intende l'informatica come un mezzo per conservare la conoscenza
e non più l'informazione, per poi riutilizzarla a piacimento da parte di
chi conoscenza non ha.

E' chiaro che questo sistema è pericoloso per molti aspetti, dato che un
computer non ha coscienza ne ha la capicità di comprendere lo scopo
delle azioni che effettua.
Di conseguenza ci troviamo nella situazione che un ignorante costringe
il saggio a lavorare e non nella precedente forma del saggio che insegna
all'ignorante a lavorare.

Insomma ci si aspetta che il computer abbia tutta la conoscenza per
eseguire il compito come noi vogliamo che sia eseguito, mentre dal lato
umano si punta ad avere un operatore che conosca il meno possibile i
compiti che è tenuto a svolgere.

Un esperto tipografo non avrebbe commesso quell'errore, anche non
conoscendo l'informatica bene come un programmatore.
 
> -- 
> 


-- 
Ciao,
  Mario.


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