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  • From: Maurizio Napolitano <napoogle@xxxxxxxxx>
  • To: linuxtrent <linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx>
  • Date: Thu, 3 Sep 2015 15:05:26 +0200

Le risposte che mi trovo però, e sulle quali vale la pena riflettere, sono
che
comunque sono strumenti che risolvono problemi e che la gente usa ed
ignorarli
vuol dire non ascoltare.

... e quindi? Cosa si fa?

Com'è che gli stessi discorsi non valgono quando si mette un documento
ODT su un sito e sento la gente che dice: "...non mi obbligherete mica a
installare LibreOffice (che gira su tutto, è sicuro, è gratuito, è
libero, è legale) vero? Io voglio continuare a usare il mio Uord (spesso
non aggiornato, non sicuro o addirittura craccato con tanto di virus di
macro)..."

Mandarli (gentilmente) a quel paese?


È più complessa.
Quando pubblichi un ODT, di fatto stai creando una comunicazione
mono-direzionale.
Se invece sei dentro un social network stai raggiungendo un pubblico
che è già presente
lì e che, potenzialmente, può creare un canale bi-direzionale.

È vero che nella mia parte finale parlavo della conseguenza che si obbliga a far
uso di una piattaforma rispetto ad un altra, ma tieni presente che
agli occhi del
decisore questo appare senza costi ("È gratis e rispetta il copyright!") ma la
vera questione è che le persone sono già dentro quelle piattaforme e, spesso,
da quelle piattaforme riescono anche ad organizzarsi per dare vita a qualche
cambiamento.

Ribadisco: è un processo molto delicato
--
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