[Linuxtrent] Re: Open Source Content Management al LinuxDay

  • From: ianezz@xxxxxxxxxx
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Wed, 16 Oct 2002 12:30:56 +0200

Mentre Daniele Gubert era al bar, qualcuno ha scritto:

 > 3. La storia della discriminante tra software libero e open source
 > per me è purismo letterario innecessario.

 > Nell'ambiente internazionale si parla molto più spesso di software
 > Open Source, che è un concetto meno ambiguo e ipocrita di "libero"
 > o "gratuito".

Permettimi di ribattere: con il significato che la stampa attribuisce
comunemente a "open source" (la definizione originale non la guarda
piu` nessuno da un pezzo), si qualificano come open source:

1) l'iniziativa "shared source" della Nota Azienda

2) I sorgenti di Solaris (guardare e non toccare)

3) I pezzi di Oracle che vanno compilati in fase di installazione

4) I pezzi del kernel di HP-UX che vanno compilati

5) Il pezzetto di sorgenti dei driver NVIDIA per Linux X86

e tanta altra roba dove generalmente uno ha accesso ai sorgenti, ma
poi non puo` farci molto di piu` che guardarseli e basta.

In altre parole, e` un modo per un'azienda che produce software
proprietario di avere tutti i vantaggi di gente esterna che va
"aggratis" a caccia di problemi senza nessun obbligo di dare qualcosa
in cambio e, per di piu`, di avere l'esclusiva.

La teoria alla base dell'open source e` che la gente che ha i sorgenti
e` in grado di trovare bachi, creare correzioni e poi (generalmente)
"regalarle" alla casa madre che, se e solo se le pare il caso,
provvede poi a RIVENDERLE a tutti gli altri. Il risultato sara`
sicuramente software migliore, ma il vantaggio per la comunita` dove
sta`? Nota che spesso e volentieri le tue correzioni fatte a software
open source NON le puoi redistribuire a chi ti pare, ma eventualmente
solo alla casa madre.

Oppure metti che c'e` gente che si metta a rilasciare software con
licenze di distribuzione che lo vietano ad esempio a chi non usa un
certo sistema operativo, o col vincolo di non realizzare porting per
certe piattaforme (i.e. Linux). Sempre open source e`, ma e` chiaro
che qui ci possono essere MOLTI dissensi...

Insomma: non mi sembra tanto una questione di sesso degli angeli, per
la cronaca, ed ha un sacco di implicazioni nel quotidiano di chi
sviluppa e magari crede di far un servizio alla comunita`.

Chiaro, hai assolutamente ragione a dire che e` piu` purismo
letterario che altro nel momento in cui uno va ad usare la definizione
originale di Open Source (che, ripeto, non usa piu` nessuno da un bel
po'), ma se la realta` e` che "open source" e` qualsiasi software per
il quale ci sia un qualche accesso ai sorgenti (cosa che non implica
automaticamente la possibilita` di usarli per fare altro software open
source, o di diffondere conoscenze basate sulla loro analisi) allora
non e` piu` una questione di purismo.

 > I software citati nella mia proposta di relazione sono tutti disponibili 
 > con licenza GPL e sono esempi di CMS sviluppati su piattaforme diverse:

E questo li qualifica come Software Libero e quindi il problema non si
pone.

Scusa il post lungo, ma mi preme far capire il perche` faccio il
pignolo alle volte.
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