Ianezz, permettimi di dissentire dalla tua definizione restrittiva di "Open
Source".
Le sfumature tra le definizioni di OSS e FS esistono, ma non sono
discriminanti come il tuo ragionamento vuole dimostrare. Posso comprendere
che l'impronta filosofica degli adepti del LinuxTrent sia più orientata
alle "origini", alla Free Software Foundation e ai suoi guru, ma esistono
prospettive diverse all'interno dello stesso movimento [secondo me è lo
stesso] che vanno rispettate e non "epurate" per il fastidio che danno
certe "ruffianate" delle corporation.
"We don't think of the Open Source movement as an enemy. The enemy is
proprietary software."
http://www.gnu.org/philosophy/free-software-for-freedom.html
Basta leggere la OSD http://www.opensource.org/docs/definition.php per
verificare che molti dei comportamenti che condanni non sono comunque
ammissibili...
Sull'ambiguità del termine "free" sono d'accordo anche i componenti di GNU,
ormai il termine "libertà" è così inflazionato che lo usa anche Berlusconi
per vincere le elezioni.
Da un punto di vista puristico e letterario la mia preferenza va quindi a
"open" - aperto - ma non si tratta solo di questo: secondo la mia opinione
l'ideologia costruita da Stallman, bella e sessantottina, non deve essere
di freno allo sviluppo di software migliore che dia il pane (non serve la
marmellata) a chi lo scrive.
La mia accusa di "ipocrisia" è rivolta ai "professionisti" che operano nel
settore del free software (non sto parlando di chi studia o insegna
all'università, degli hobbisti o chi lavora da dipendente per grandi
aziende): da una parte mostrano la faccia del "tutto facile, tutto gratis,
tutto sicuro, tutto per il bene dell'umanità": dall'altra quella del
businessman che vive sulle spalle del lavoro di altri (in Italia siamo
maestri) e usa l'intrinseca complessità di molto software libero per
mettere cravatte al collo dei clienti.
La "freedom" di Stallman è uno stile di vita che va oltre il fatto di
programmare gratis e per la comunità, dovrebbe essere applicato secondo me
anche ai servizi di supporto dei prodotti FS, settore dove invece i
consulenti ci lucrano e non poco.
Nel contesto professionale tanto vale scrollarsi di dosso l'ambiguità del
"benefattore" e "diffusore" del software libero (a me suona come l'amore
libero degli anni '70) e garantire che le soluzioni proposte siano
trasparenti e migliorabili da altri, ma anche concorrenziali sotto il
profilo dei costi, vista l'assenza di royalty e per rispetto agli
sviluppatori "altruisti".
Chi fa l'Installation Party la domenica e il lunedì vende l'assistenza su
quella installazione mi fa lo stesso effetto del medico obiettore di
coscienza che pratica l'aborto nella sua clinica privata.
Hai scritto:
Chiaro, hai assolutamente ragione a dire che e` piu` purismo letterario che altro nel momento in cui uno va ad usare la definizione originale di Open Source (che, ripeto, non usa piu` nessuno da un bel po'), ma se la realta` e` che "open source" e` qualsiasi software per il quale ci sia un qualche accesso ai sorgenti (cosa che non implica automaticamente la possibilita` di usarli per fare altro software open source, o di diffondere conoscenze basate sulla loro analisi) allora non e` piu` una questione di purismo.
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