[Linuxtrent] Casa Editrice Open Source

  • From: Mario Alexandro Santini <alexmario@xxxxxxx>
  • To: lt <linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx>
  • Date: Sun, 16 Jun 2002 08:45:33 +0200

Ciao a tutti,
in merito alle precedenti polemiche in lista riguardo alla casa editrice
Nonluoghi, ho ricevuto una e-mail da parte del coordinatore Zenone Sovilla.


> Il 17:43, sabato 15 giugno 2002, hai scritto:
>
> Ciao Mario, mi sembra che il polverone sia in gran parte abbastanza
> risibile, anche se qua e là emerge un nodo (solo apparentemente marginale
> ma in realtà assai rilevante), cioè se le tesi e le prassi
> professate - diciamo - da Stallman non siano filosoficamente adottabili
> anche in altri ambiti delle relazioni economiche e sociali, non solo nel
> mondo del software. Io credo e spero di sì (in proposito esistono ampie
> dimostrazioni)
> e sono in ogni caso convinto che l'argomento merita una riflessione
> profonda.
>
> Quanto alla tragica lettura data di Nonluoghi dal contestatore che ha
> scatenato il polverone, è talmente disarmante da spingermi a lasciar
> perdere ogni precisazione: tu sai quanto l'approccio di Nonluoghi alle
> questioni è complesso, libero da ogni appartenenza, aperto all'indagine
> sulle
> contraddizioni della realtà. Se un filo conduttore ideale c'è, è
> implicitamente libero, legato cioè al patrimonio delle idee libertarie,
> anarchiche e liberalsocialiste.
> Se uno è andato a vedere nonluoghi e non si è accorto dell'ispirazione
> libertaria e nonviolenta, vuol dire che ha trovato solo quello che aveva in
> testa lui! Semmai qualche vicinanza c'è stata sul piano delle iniziative,
> almeno in passato, essa era con qualche esponente del movimento (non del
> partito) dei verdi (tra l'altro non credo si possa ritenere solo un caso
> che la legge sul free software venga da persone appartenenti a quel
> movimento, non so, ma forse non è proprio una fatalità).
>
> Mi sembra fin troppo ovvio aggiungere che appaiare Nonluoghi a
> Rifondazione comunista grida vendetta. Se uno leggesse Nonluoghi davvero,
> troverebbe un sacco di attacchi a Bertinotti &Co. e alla atavica pulsione
> marxista di eterodirezione delle masse in attesa della libertà... Forse non
> è un
> caso che giornali come il Manifesto (che pure abbbiamo spesso criticato)
> non diano spazio ai nostri comunicati...
> Se poi in alcune questioni concrete Rifondazione ha posizioni simili a
> quelle espresse da articoli di Nonluoghi, dico meno male che qualcuno le
> esprime certe posizioni; ma ancora non per questo mi fido molto più di
> prima (la
> direzione libertaria che parrebbe indicata da Bertinotti mi pare per ora
> soprattutto una parola; poi, il fatto stesso che la indichi lui - cioè un
> "leader" - è una
> contraddizione in termini...).
> Mi pare che l'ineffabile non-lettore di Nonluoghi ci appaia, sempre con
> toni non proprio pacati, anche a movimenti xenofobi o neofascisti, in
> questo lasciando intendere che noi non saremmo democratici. Anche qui ci
> sarebbe da sorvolare, data l'assurdità, però vorrei almeno ricordare che
> molte delle riflessioni di Nonluoghi riguardano proprio la questione
> democratica, cioè come imprimere alle democrazie rappresentative
> un'accelerazione in
> direzione opposta a quella data dalle dinamiche del "pensiero unico" che
> sottraggono spazi decisionali all'individuo e alle comunità locali per
> trasferirli a centri decisionali (politici o economici) che operano in
> virtù di varie forme di delega spesso senza controllo democratico.
> Democrazia è consentire a ogni individuo e comunità di partecipare al
> maggior numero possibile di decisioni che riguardano la sua vita e di poter
> vivere nella massima libertà compatibilmente con quella degli altri
> (l'estrema destra esprime posizioni esattamente all'opposto: stato
> etico/hegeliano, guida delle masse, legge del più forte).
> Quella della democrazia sostanziale è una questione non da poco e anche un
> principio che fa a pugni sia con le concentrazioni di potere economico sia
> con l'idea ormai diffusa del professionismo e del personalismo politico.
> Altra questione (e qui potrebbe entrare in campo Stallman...) è il culto
> della competizione/concorrenza da molti ritenuto una garanzia di convivenza
> civile, libera e giusta: io non credo sia proprio così, anche se tutti noi
> abbiamo interiorizzato certi valori (o disvalori) che ci fanno spesso
> propendere per le gomitate (ma a volte, riflettendoci, ci converrebbe
> trovare un dialogo o addirittura una forma di collaborazione con chi
> "compete" accanto a noi). Proprio di tutto questo tento di parlare nel
> saggio che uscirà in estate "Ecologia, nonviolenza, democrazia libertaria".
>
> Quanto ad Agnoletto, rinvio al nostro editoriale del luglio scorso, dopo
> Genova, che fu meditato durante una camminata in montagna sulle Vette
> Feltrine,intitolato "Attenti ai Fanfaroni noglobal"
> (http://www.nonluoghi.it/old/noglobal31.html#g) del quale qui ti cito un
> passaggio che credo renda l'idea anche di quanto ho detto finora:
>
> "(...) Riteniamo che siano state colpevolmente dettate da una gestione
> emotiva e irrazionale delle manifestazioni anti-G8 (dalla decisione di
> andare comunque a Genova al lungo dialogo surreale con il governo sui modi
> di questa calata) le scelte e le azioni di quanti (Agnoletto nel caso del
> Gsf, Casarini nel caso delle insipientemente bellicose tute bianche), senza
> una vera investitura democratica, si sono impadroniti delle molteplici,
> ancora vagamente definite e spesso contraddittorie istanze degli
> antiglobalisti di cui con strumentale rapidità anche qualche forza
> politica - come Rifondazione - sembra volersi accaparrare il copyright e la
> rappresentanza.
> Nella convinzione che il terreno più fertile per l'istituzionalizzazione di
> un clima totalitario su base tecnocratica è venuto maturando con aumentata
> intensità negli ultimi vent'anni e pare essere decisamente alimentato dal
> fenomeno della progressiva deregolamentazione, privatizzazione e
> finanziarizzazione della sfera economica, la redazione di Nonluoghi, non
> dimentica delle lezioni della storia, invita a indagare il legame esistente
> tra
> l'evoluzione del sistema capitalistico e i fenomeni ciclici di
> abbruttimento sociale ed istituzionale che esso comporta.
> Un contesto del genere, peraltro attivamente favorito dalla deriva
> liberista delle
> stesse rappresentanze socialdemocratiche dei principali paesi avanzati,
> deve ed avrebbe già da tempo dovuto preoccupare tutti.
> Per questo invitiamo gli organi di informazione di stampo ecologista ed
> umanista a sollevare finalmente al proprio interno un serio dibattito sul
> fondamentale legame esistente tra economia di mercato e derive autoritarie
> degli ordinamenti e delle istituzioni formalmente democratiche delle
> società capitaliste avanzate.
>
> Agitare sentimenti come la rabbia o lo spirito di vendetta, riducendo la
> base razionale delle istanze di giustizia sociale provenienti da differenti
> sezioni
> della società alla semplificazione tra bene (anti-G8) e male (G8), oltre a
> non aiutarci a capire (come e perché ad esempio le cose tendano ad andare
> sempre
> peggio) può solo condurre l'organismo sociale dalla febbre al delirio del
> terrore armato e della sospensione violenta (anche solo temporanea e
> circoscritta, ciò
> non di meno inaccettabile) delle libertà costituzionalmente disposte.
> Occorre diffidare di tutti quanti - riproducendo tra l'altro le dinamiche
> di un protagonismo gerarchico/ideologico tendente all'eterodirezione delle
> masse - rinunciano al ricorso alla persuasione razionale e su base
> scientifica di contrasto delle politiche economiche neoliberiste; occorre
> interrogarsi innanzitutto sui limiti e sulle possibilità reali di un
> percorso di umanizzazione dell'economia "criminale ed assassina" (Perroux,
> 1969) istituzionalizzata su scala planetaria.
> Le violenze verbali e il simbolismo guerresco di avanguardie,
> autoproclamatesi tali nei fatti, assecondano in realtà il gioco del sistema
> di dominio e favoriscono indirettamente l'annientamento delle varie forme
> possibili di antagonismo nonviolento, concreto e con maggiori possibilità
> di passaggio dall'idea al fatto" (...).
>
> Tu sai come me che Nonluoghi è un gruppo di volontari puri (a tal punto da
> non aver neanche formalizzato l'associazione) che tentano di alimentare
> innanzitutto il proprio spirito critico e l'aspirazione alla'onestà
> intellettuale. E sai che la casa editrice è una
> minuscola ditta nata sulla scorta di quell'esperienza e mossa dal medesimo
> spirito critico e volontaristico (quello che mi fa stare alzato fino alle 4
> di notte a impaginare con Scribus libri che pago di tasca mia - e di
> Fabio -, per un'idea di libertà di pensiero e di espressione, certo non per
> far soldi né per
> essere portavoce e sovvenzionatore di qualche ben nutrita e finanziata
> burocrazia politica).
> Purtroppo, molta gente invece di leggere le idee e discuterle al limite
> mettendo in discussione le sue, si chiede che etichetta ci stia dietro e
> alla fine ci legge solo ciò che vuole.
>
> Se ti va di postare queste righe che ti mando, forse può servire a qualcuno
> che ha le idee poco chiare su di noi. Per me è lo stesso: in fondo, che
> senso ha
> interloquire con qualcuno che non sa chi sei ma ritiene di sapere tutto di
> te? Certo, la speranza nel dialogo è sempre l'ultimissima a morire, però...
>
> Ciao,
> Zenone
-- 
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