Ciao a tutti, in merito alle precedenti polemiche in lista riguardo alla casa editrice Nonluoghi, ho ricevuto una e-mail da parte del coordinatore Zenone Sovilla. > Il 17:43, sabato 15 giugno 2002, hai scritto: > > Ciao Mario, mi sembra che il polverone sia in gran parte abbastanza > risibile, anche se qua e là emerge un nodo (solo apparentemente marginale > ma in realtà assai rilevante), cioè se le tesi e le prassi > professate - diciamo - da Stallman non siano filosoficamente adottabili > anche in altri ambiti delle relazioni economiche e sociali, non solo nel > mondo del software. Io credo e spero di sì (in proposito esistono ampie > dimostrazioni) > e sono in ogni caso convinto che l'argomento merita una riflessione > profonda. > > Quanto alla tragica lettura data di Nonluoghi dal contestatore che ha > scatenato il polverone, è talmente disarmante da spingermi a lasciar > perdere ogni precisazione: tu sai quanto l'approccio di Nonluoghi alle > questioni è complesso, libero da ogni appartenenza, aperto all'indagine > sulle > contraddizioni della realtà. Se un filo conduttore ideale c'è, è > implicitamente libero, legato cioè al patrimonio delle idee libertarie, > anarchiche e liberalsocialiste. > Se uno è andato a vedere nonluoghi e non si è accorto dell'ispirazione > libertaria e nonviolenta, vuol dire che ha trovato solo quello che aveva in > testa lui! Semmai qualche vicinanza c'è stata sul piano delle iniziative, > almeno in passato, essa era con qualche esponente del movimento (non del > partito) dei verdi (tra l'altro non credo si possa ritenere solo un caso > che la legge sul free software venga da persone appartenenti a quel > movimento, non so, ma forse non è proprio una fatalità). > > Mi sembra fin troppo ovvio aggiungere che appaiare Nonluoghi a > Rifondazione comunista grida vendetta. Se uno leggesse Nonluoghi davvero, > troverebbe un sacco di attacchi a Bertinotti &Co. e alla atavica pulsione > marxista di eterodirezione delle masse in attesa della libertà... Forse non > è un > caso che giornali come il Manifesto (che pure abbbiamo spesso criticato) > non diano spazio ai nostri comunicati... > Se poi in alcune questioni concrete Rifondazione ha posizioni simili a > quelle espresse da articoli di Nonluoghi, dico meno male che qualcuno le > esprime certe posizioni; ma ancora non per questo mi fido molto più di > prima (la > direzione libertaria che parrebbe indicata da Bertinotti mi pare per ora > soprattutto una parola; poi, il fatto stesso che la indichi lui - cioè un > "leader" - è una > contraddizione in termini...). > Mi pare che l'ineffabile non-lettore di Nonluoghi ci appaia, sempre con > toni non proprio pacati, anche a movimenti xenofobi o neofascisti, in > questo lasciando intendere che noi non saremmo democratici. Anche qui ci > sarebbe da sorvolare, data l'assurdità, però vorrei almeno ricordare che > molte delle riflessioni di Nonluoghi riguardano proprio la questione > democratica, cioè come imprimere alle democrazie rappresentative > un'accelerazione in > direzione opposta a quella data dalle dinamiche del "pensiero unico" che > sottraggono spazi decisionali all'individuo e alle comunità locali per > trasferirli a centri decisionali (politici o economici) che operano in > virtù di varie forme di delega spesso senza controllo democratico. > Democrazia è consentire a ogni individuo e comunità di partecipare al > maggior numero possibile di decisioni che riguardano la sua vita e di poter > vivere nella massima libertà compatibilmente con quella degli altri > (l'estrema destra esprime posizioni esattamente all'opposto: stato > etico/hegeliano, guida delle masse, legge del più forte). > Quella della democrazia sostanziale è una questione non da poco e anche un > principio che fa a pugni sia con le concentrazioni di potere economico sia > con l'idea ormai diffusa del professionismo e del personalismo politico. > Altra questione (e qui potrebbe entrare in campo Stallman...) è il culto > della competizione/concorrenza da molti ritenuto una garanzia di convivenza > civile, libera e giusta: io non credo sia proprio così, anche se tutti noi > abbiamo interiorizzato certi valori (o disvalori) che ci fanno spesso > propendere per le gomitate (ma a volte, riflettendoci, ci converrebbe > trovare un dialogo o addirittura una forma di collaborazione con chi > "compete" accanto a noi). Proprio di tutto questo tento di parlare nel > saggio che uscirà in estate "Ecologia, nonviolenza, democrazia libertaria". > > Quanto ad Agnoletto, rinvio al nostro editoriale del luglio scorso, dopo > Genova, che fu meditato durante una camminata in montagna sulle Vette > Feltrine,intitolato "Attenti ai Fanfaroni noglobal" > (http://www.nonluoghi.it/old/noglobal31.html#g) del quale qui ti cito un > passaggio che credo renda l'idea anche di quanto ho detto finora: > > "(...) Riteniamo che siano state colpevolmente dettate da una gestione > emotiva e irrazionale delle manifestazioni anti-G8 (dalla decisione di > andare comunque a Genova al lungo dialogo surreale con il governo sui modi > di questa calata) le scelte e le azioni di quanti (Agnoletto nel caso del > Gsf, Casarini nel caso delle insipientemente bellicose tute bianche), senza > una vera investitura democratica, si sono impadroniti delle molteplici, > ancora vagamente definite e spesso contraddittorie istanze degli > antiglobalisti di cui con strumentale rapidità anche qualche forza > politica - come Rifondazione - sembra volersi accaparrare il copyright e la > rappresentanza. > Nella convinzione che il terreno più fertile per l'istituzionalizzazione di > un clima totalitario su base tecnocratica è venuto maturando con aumentata > intensità negli ultimi vent'anni e pare essere decisamente alimentato dal > fenomeno della progressiva deregolamentazione, privatizzazione e > finanziarizzazione della sfera economica, la redazione di Nonluoghi, non > dimentica delle lezioni della storia, invita a indagare il legame esistente > tra > l'evoluzione del sistema capitalistico e i fenomeni ciclici di > abbruttimento sociale ed istituzionale che esso comporta. > Un contesto del genere, peraltro attivamente favorito dalla deriva > liberista delle > stesse rappresentanze socialdemocratiche dei principali paesi avanzati, > deve ed avrebbe già da tempo dovuto preoccupare tutti. > Per questo invitiamo gli organi di informazione di stampo ecologista ed > umanista a sollevare finalmente al proprio interno un serio dibattito sul > fondamentale legame esistente tra economia di mercato e derive autoritarie > degli ordinamenti e delle istituzioni formalmente democratiche delle > società capitaliste avanzate. > > Agitare sentimenti come la rabbia o lo spirito di vendetta, riducendo la > base razionale delle istanze di giustizia sociale provenienti da differenti > sezioni > della società alla semplificazione tra bene (anti-G8) e male (G8), oltre a > non aiutarci a capire (come e perché ad esempio le cose tendano ad andare > sempre > peggio) può solo condurre l'organismo sociale dalla febbre al delirio del > terrore armato e della sospensione violenta (anche solo temporanea e > circoscritta, ciò > non di meno inaccettabile) delle libertà costituzionalmente disposte. > Occorre diffidare di tutti quanti - riproducendo tra l'altro le dinamiche > di un protagonismo gerarchico/ideologico tendente all'eterodirezione delle > masse - rinunciano al ricorso alla persuasione razionale e su base > scientifica di contrasto delle politiche economiche neoliberiste; occorre > interrogarsi innanzitutto sui limiti e sulle possibilità reali di un > percorso di umanizzazione dell'economia "criminale ed assassina" (Perroux, > 1969) istituzionalizzata su scala planetaria. > Le violenze verbali e il simbolismo guerresco di avanguardie, > autoproclamatesi tali nei fatti, assecondano in realtà il gioco del sistema > di dominio e favoriscono indirettamente l'annientamento delle varie forme > possibili di antagonismo nonviolento, concreto e con maggiori possibilità > di passaggio dall'idea al fatto" (...). > > Tu sai come me che Nonluoghi è un gruppo di volontari puri (a tal punto da > non aver neanche formalizzato l'associazione) che tentano di alimentare > innanzitutto il proprio spirito critico e l'aspirazione alla'onestà > intellettuale. E sai che la casa editrice è una > minuscola ditta nata sulla scorta di quell'esperienza e mossa dal medesimo > spirito critico e volontaristico (quello che mi fa stare alzato fino alle 4 > di notte a impaginare con Scribus libri che pago di tasca mia - e di > Fabio -, per un'idea di libertà di pensiero e di espressione, certo non per > far soldi né per > essere portavoce e sovvenzionatore di qualche ben nutrita e finanziata > burocrazia politica). > Purtroppo, molta gente invece di leggere le idee e discuterle al limite > mettendo in discussione le sue, si chiede che etichetta ci stia dietro e > alla fine ci legge solo ciò che vuole. > > Se ti va di postare queste righe che ti mando, forse può servire a qualcuno > che ha le idee poco chiare su di noi. Per me è lo stesso: in fondo, che > senso ha > interloquire con qualcuno che non sa chi sei ma ritiene di sapere tutto di > te? Certo, la speranza nel dialogo è sempre l'ultimissima a morire, però... > > Ciao, > Zenone -- Per iscriversi (o disiscriversi), basta spedire un messaggio con SOGGETTO "subscribe" (o "unsubscribe") a mailto:linuxtrent-request@xxxxxxxxxxxxx