[Linuxtrent] Re: Ecco a cosa servono i brevetti.

  • From: Mario <alexmario@xxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Tue, 20 May 2008 08:39:57 +0200

Quoting Eugenio <eugenio.adami@xxxxxxxxx>:

> Grazie per la precisione ma il contesto del discorso non cambia.

Non direi proprio.

> Non è possibile tenere sotto diritto d'autore una canzone per 90
> anni.

Questo lo si può certamente discutere.
Oggi vengono incise migliaia di canzoni ogni mese, un simile periodo per
lo sfruttamente è assurdo, anche perché la carriera media di questi
artisti è assai più breve e quella di un album ancora di più.

Immagino che tocchi molti discografici questo discorso, ancora di più
che la pirateria.

> O cioè, è possibile perchè basta rinnovare i diritti.

Sono diritti non rinnovabili.
Come dicevo è diverso dai brevetti.

Ad esempio, la paternità dell'opera è un diritto inalienabile una volta
pubblicata.

Intendo che una canzone, libro, o altra composizione frutto dell'ingegno
è considerata per sempre di un autore.

Poi ci sono i diritti di sfruttamento, che invece possono essere ceduti
dietro compenso.

Come vedi il discorso è ben articolato.

In merito all'essere pagato per il proprio lavoro ti faccio notare che i
migliori maestri del passato, quelli che citavi, hanno fatto
l'apprendistato in botteghe artigiane, dove forse hanno imparato il 30%
di quello che hanno saputo fare.

Erano tutti personaggi fuori dal normale che hanno scoperto tecniche e
sistemi per fare il proprio lavoro.
Hanno innovato, ma di tutta questa innovazione abbiamo solo le loro
opere da restaurare.
Ai loro allievi, diventati loro i maestri, hanno passato si e no lo
stile di pittura e qualche misero trucco. Forse appena un po' di più di
quello che avevano imparato dal loro maestro.

Se a te questo sta bene, voglio svelarti il segreto del perché esistono
i brevetti ed il copyright.
Ti stupirà sapere che è una ragione molto simile a quella che ha dato
origine alla GPL.

Lo scopo, come ammette lo stesso Stallman ed è la ragione per cui esiste
la GPL, non è quello di riconoscere che alcuni sono più intelligenti di
altri e meritano più soldi, ma di permettere a coloro che hanno avuto la
fortuna di ottenere delle innovazioni dal proprio lavori di condividerle
con tutti.

Tanto è vero che i brevetti richiedono, ad esempio, la pubblicazione dei
dettagli dell'idea.

Oggi occorre valutare queste leggi nell'ottica di come la società e la
tecnologia si sono evolute.

Ma si deve agire cercando di salvaguardare il principio che ha dato
origine al meccanismo.


> Questo si rifà sempre al principio di sfruttamento dell'idea che io
> aborro.
> Per me morale significa godere giustamente del frutto del mio lavoro
> in un tempo molto breve e direttamente correlato con l'espressione
> della mia idea.

Ma pensi sia ancora possibile?
Questo lo si poteva fare prima dell'industrializzazione.
Oggi, qualunque tua idea è replicabile prima ancora che tu possa
metterla in pratica.

> Quindi se invento una partitura musicale è giusto che mi paghino un
> milione di euro per quella partitura (sempre che mi diano quel
> denaro
> che io esigo), ma poi basta, che sia di tutti!
> 

Nel mondo che intendi tu, la tua partitura misicale non serve a nulla e
a nessuno, perché chi pagherebbe tanti soldi per qualcosa che non ha valore.

Piuttosto ti pagherebbero per cantare, forse.


> Eugenio
> 


-- 
Ciao,
  Mario.


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