Linuxtrent: Re: Il duro mestiere della comunicazione

  • From: Guido Brugnara <gdo@xxxxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Mon, 05 Nov 2001 07:57:55 +0100

MaX wrote: 
> io non so se le loro scuole siano migliori, cmq quando parlo con gente
> straniera che parla correttamente 4 lingue, e ha una laurea in una materia
> scientifica, mi viene il sospetto che stiamo sbagliando qualche cosa...

Un metodo scolatico è figlio della Società. Il benessere diffuso fa decadere la 
necessità di essere istruiti; tutte le civiltà subiscono questi alti e bassi 
durante l'evoluzione.

In Italia, come altri paesi europei, il Sistema protegge gli interessi 
acquisiti in tutti i capi riducendo la competizione in un contesto comunque di 
benessere economico (non direi benessere in senso generale ma economico 
certamente). Si potrebbe dire che l'Italia e gran parte dell'Europa vive oggi 
di rendita ed investe quasi niente per il futuro (studio, ricerca, 
infrastrutture, arte, cultura)

I paesi sottosviluppati invece hanno il problema opposto; situazione economica 
disastrosa, resa ancor più evidente dal divario con i Paesi Ricchi, forte 
competizione per la sopravvivenza fisica ed impossibilità di accedere 
all'istruzione per la massa della Popolazione.

I Paesi codidetti emergenti stanno invece colmando in gran fretta il divario 
che li separa rispetto a Nazioni come l'Italia, ma in un contesto di 
competizione generalizzata che è quindi un motore potentissimo per un rapido 
sviluppo economico (indipendentemente se cio sia eticamente giusto, come ad 
esempio lo sfruttamento dei minori o l'uso di procedimenti undustriali 
fortemente inquinanti da noi usati negli anni precedenti) ma che probabilmente 
non sarà uno sviluppo altrettanto veloce per altri valori oggi trascurati.

I Paesi anglosassoni in questo momento stanno guidando questa corsa e di fatto 
stanno pilotando e condizionando economia e politica globale; riescono meglio 
rispetto ai Paesi del Vecchio Continente in quanto non hanno sistemi 
protezionistici che tutelino il singolo Cittadino quando debole ma forti poteri 
che avvantaggiano i Gruppi ed i Singoli con tanti dollari a disposizione.

In Italia non c'è una vera necessità di studiare; vedo molti Ragazzi che escono 
dalla Scuola con una visione distorta (dal mio punto di vista) del mondo del 
lavoro; non sono in grado di rendere per quello che pretendono e quel che è 
peggio, non se ne rendono conto.
Solo perchè hanno un Titolo di studio vorrebbero avere un trattamento economico 
elevato e spesso lo ottengono in quanto non c'è assolutamente competizione e 
c'è fortissima carenza di persone preparate; però questa situazione poi si 
traduce in servizi e prodotti scadenti o con costi elevati che di fatto 
penalizzano il sistema economico nel suo complesso.
Ma anche nelle attività che non richiedono specializzazione non c'è 
competizione; settore alberghiero, costruzioni, meccanica e tessile (settori 
che conosco molto bene) c'è sempre carenza di personale.

Per riassumere con un detto "La necessità aguzza l'ingegno", ma non è il caso 
Italia.

> 
> non dico che sia tutto da buttare al macero, ma qualche cosa di sbagliato ci
> sará, noo?
> 
> bene, va cercato e risolto, e per trovarlo basta fare dei paragoni tra il
> sistema "estero" e quello italiano....e copiare.

Se copiare è come fanno i Giapponesi stà bene; copiare solo i difetti invece sà 
di metodo Italiano.

> 
> penso che questa possa essere considerata un critica costruttiva, se la
> pensate diversamente.... béh, scusate e tolgo il disturbo.

Una critica è costruttiva quando propone soluzioni alternative; altrimenti è 
solo una critica o al massimo la costatazione di un problema da risolvere.


saluti
Guido Brugnara
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