[Linuxtrent] Re: Software libero e Software gratis

  • From: Daniele Gubert <dtm@xxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Fri, 18 Oct 2002 17:51:45 +0200

La tua risposta merita un weekend di riflessione e precise obiezioni.

Se Ianezz esprime saggezza pur nel disaccordo, tu la metti sul personale/emozionale e questo a detrimento del tuo ragionare. Il fatto di attribuire inconsistenza alle argomentazioni degli altri nulla dice delle tue, che sono aprioristicamente fuori discussione.

Rispetto il tuo altruismo di sinistra, io ne ho uno di un'altra marca e più antica.
E sulle libertà sono più esigente di altri, guarda un po' [a fine novembre vado a processo per obiezione totale].


A presto, :DTM. aka Daniele Gubert

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At 14.42 18/10/2002 +0200, you wrote:
>>>>> On Fri, 18 Oct 2002 08:38:46 +0200, Daniele Gubert <dtm@xxxxxxx> said:

    DG> Riprovo: il *vero* software libero per *lele* è una visione
    DG> del mondo, è una religione e quindi nessuna ratio umana potrà
    DG> scalfirne i fondamenti.

    DG> Ogni critica è inutile, ogni altra motivazione è inconsistente
    DG> di fronte all'assoluto.

Tu sei fuori come un poggiolo!! Parli come fosse il tuo compito
riassumere il pensiero degli altri in una frase. Inoltre ipotizzi di
aver prodotto una considerevole mole di "ratio umana", quando invece
sei solo "chiacchere e distintivo", senza riuscire a produrre un
seppur minimo germe di critica interessante.

DG> Viva la libertà, viva il software libero ;)

Yeah! Anche ci dovesse costare un'occhio, aggiungo!

    DG> + Dire che il software libero è gratuito è ambiguo, perché lo
    DG> è in parte, non includendo il supporto che può essere
    DG> indispensabile e venduto molto caro.  Quando si acquista un
    DG> software commerciale, spesso una forma limitata di
    DG> documentazione, supporto, controllo di qualità e garanzia sono
    DG> inclusi nel prezzo.  Il "free software" può diventare uno
    DG> specchietto per le allodole, e molti ne abusano.

Peccato che al gratuito ti attacchi solo tu, e quei alcuni che
probabilmente non hanno forse mai neanche letto il Manifesto (della
FSF, anche se facilmente avrebbe giovamento anche leggendo quello
quotidiano :-)

    DG> + Dire che il software è libero quando c'è una licenza che ne
    DG> regolamenta e limita l'uso è ipocrita, confermo a costo di
    DG> perdere la salvezza eterna.  Si dovrebbe semmai parlare di
    DG> libertà condizionata, o così o pomì.

Non perdi nessuna salvezza eterna, ma sicuramente dai un'idea
abbastanza precisa della tua superficialità. Fosse come dici tu, il
concetto stesso di "libero" sarebbe da rivedere.

L'ho già detto: che tu consideri mettere dei paletti affinché
*chiunque* abbia i medesimi diritti e libertà un limitazione del tuo
essere libero prova solo il tuo ego{ismo, centrismo}, e sarei proprio
curioso di sapere in quale ambito tu possa considerarti *veramente*
libero secondo le tue interpretazioni.

Qualsiasi tipo di società, dalla famiglia alle nazioni, non ha trovato
finora *nessun* sistema migliore per proteggersi che dare delle
regole, quanto più uguali per tutti quanto più avanzata la società. E
quindi fin da piccolo eri probabilmente "libero" di fare quello che
volevi, *tranne* violare le regole famigliari, tipo insultare i tuoi
genitori, o fare la cacca in giro, o tirare la coda al gatto, e così
via. All'esterno, regole ferree ti impediscono di uccidere qualcuno, o
di andare ai 200 all'ora in città. Come vedi, la libertà di ognuno è
costantemente limitata, proprio perché esiste una legge 0 della
robotica che si applica anche all'umanica: preservare l'interesse di
tutti è una cosa ancor più importante che preservare l'interesse del
singolo.

    DG> + Dire che il movimento del software libero (o l'informatica
    DG> solidale) nascono in un momento storicamente determinato
    DG> caratterizzato da movimenti sociali di massa che contestavano
    DG> il sistema e in cui molti ragazzi portavano i capelli lunghi e
    DG> altri si chiudevano nei garage di Berkeley a programmare
    DG> dimenticandosi di tagliarsi la barba, non è offensivo ma
    DG> storiograficamente legittimo.

Fare delle associazioni tra "abilità", "capacità", "lungimiranza" e in
definitiva *qualunque* caratteristica della mente umana e l'aspetto
esteriore è quanto meno tirar colpi bassi, e probabilmente sintomo di
non aver il seppur minimo appiglio per giustificare le proprie
affermazioni. E' incontrovertibile che quei ragazzi un po' sbadati
abbiano messo le fondamenta di qualche cosa di evidentemente troppo
grande per il tuo meschino concetto di "libertà", che a mio modo di
vedere sfocia più nell'"anarchia" quella brutta ed egoista, che in
qualche cosa cui tutti dobbiamo/possiamo aspirare.

    DG> Anche io perdo le notti e i giorni per la passione che ho
    DG> nella comunità del software open source, studio e aiuto altri
    DG> aggratis, ma non per questo devo sentirmi obbligato ad essere
    DG> *libero*.

Tu non sei libero. Sei schiavo del denaro, che sembra essere l'unità
di misura con cui tu studi "le umane faccende". Non ci potrà mai
nessuna cosa, tanto meno il "gratis", che ti "obbligherà" a sentirti
libero (che ossimoro, sarebbe!).

I miei ultimi centesimi di euro sull'argomento,
buona giornata,
ciao, lele.
--
nickname: Lele Gaifax   | Quando vivro' di quello che ho pensato ieri
real: Emanuele Gaifas   | comincero' ad aver paura di chi mi copia.
email: lele@xxxxxxxxxx  |               -- Fortunato Depero, 1929.

--
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