Con amorevole cura Mario ha scritto: > > Sul titolo c'è poco da concordare, si parla della decisione presa da un > giudice. Appunto... mica detto che sia oro colato. > > La ragione è che il segreto di Google è la capacità di adattare gli > indici di ricerca agli utenti man mano che essi evolvono. > Hmmm, adattarsi agli utenti mi suona meglio. > > Credo che il problema sia duplice : > > prima di tutto viene fatto passare il concetto che Google è proprietaria > dei dati personali degli utenti (e questo credo che sia molto grave). Infatti gli utenti privati vengono "privati"... non vedo il problema.. se sono privati di qualcosa prima o dopo se ne accorgono :-( Tristeza! (1 sola z) > > In secondo luogo si stabilisce che un privato può accedere ad > informazioni protette qualora un suo diritto venga violato (e questo > suona un po' da far west dove vince il più forte). Ma no, diciamo che il giudice ha da fare e chiede ai contendenti di controllare che stiano dicendo il giusto(i contendenti) per decidere (il giudice) in base a quello che (i contendenti) gli raccontano meglio. Normalissimo in USA. > Diverso è se il giudice avesse chiesto a Google di fornire l'accesso > alle forze dell'ordine per appurare se ci siano state delle violazioni > alla legge e se si in quale modo e di quale entità. Vero sarebbe stato molto diverso... se... > > La differenza è notevole, perché se un privato accede a quelle > informaizoni può infischiarsene delle leggi e decidere cosa è giusto e > cosa è sbagliato mettendo alle corde tanti utenti che magari non hanno > fatto nulla di male, per la sola ragione che dispone dei loro dati. Eggià... parole sante. Ma ci crederà ancora qualcuno alle favole? Tristeza(2) Diaolin -- el cimega pan pian come ?n susùr pò ?n tendro azur del ciel lo manda a cucio e quel brusor che mi me sento dent me slimega rosada sule galte Giuliano -- Per iscriversi (o disiscriversi), basta spedire un messaggio con OGGETTO "subscribe" (o "unsubscribe") a mailto:linuxtrent-request@xxxxxxxxxxxxx