[Linuxtrent] Re: Software libero: alternativo anche nel cloud

  • From: Maurizio Napolitano <napoogle@xxxxxxxxx>
  • To: linuxtrent <linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx>
  • Date: Tue, 19 Aug 2014 12:32:30 +0200

>
> premesso che non sono uno dei più "accerrimi" nemici di google e visto che si 
> parla di PAT avrei un paio di cose da dire (come sempre non allineate):
>
> la prima riguarda la legge 16 nella quale non è stato messo nessun 
> riferimento alla cloud, cosa che si sarebbe potuto provare a fare, ma non è 
> stato fatto allora, ora è un po' più complicato (mai sentito parlare di treni 
> che passano e vanno?), ma nulla ci vieta di riprovarci.

[ot: polemic]
mi sembra che quella legge continui a rimanere fuffa
[/ot]

> Quale legge o normativa dobbiamo proporre?

al momento l'unica norma (sarebbe legge, ma pure qui mi sa che non è
così efficace) che parla di cloud è il codice di amministrazione
digitale.
Articolo 68
http://www.agid.gov.it/cad/analisi-comparativa-soluzioni
dove il cloud è messo come scelta dopo aver valutato il software libero

Tra l'altro in qualsiasi scelta fatta dovrebbe essere accompagnata da
questa analisi.

> A me sembrerebbe che il problema sia: dove sono i dati, e che quindi andrebbe 
> proposta una legge che "obblighi" le PA ad avere i dati sul territorio 
> provinciale-nazionale-euopeo, in modo che siano poi sottoposti alla legge 
> sulla privacy provinciale-nazionale-europea.

Qui devo cercare ma mi sembra che se non è a livello nazionale lo è a
livello europeo.
Quindi, di fatto, questo già esiste.
Quintarelli sta lavorando molto su questo.

nota:
google sostiene che se fai l'accordo con loro i tuoi dati girano nel
loro cloud europeo

> Non mi stracci le vesti nemmeno sulla privacy, ma mi sembra che questa 
> dovrebbe essere la strada corretta, magari facendola precedere da qualche 
> iniziativa pubblica che porti l'attenzione della parte di società civile più 
> sensibile sul problema;

Secondo me le soluzioni cloud devono garantire:
- rispetto della normativa europea/italiana: dove sono i dati? come
sono trattati?
questo si risolve solo a livello di contratti/licenze (così come il
software libero)
- interoperabilità
- possibilità di essere sostituita e migrata nel tempo da altre
componenti che svolgono lavoro analogo

A queste vanno aggiunte:
- valutazioni sull'impatto delle regole di sopra sulle nuove
funzionalità che la piattaforma cloud offre periodicamente
- l'attenzione nella produzione di applicazioni terze che si
sviluppano sopra l'architettura cloud in quanto
queste rischiano di creare molta più dipendenza che l'adozione della
piattaforma cloud in se.


> la seconda è l'utilizzo dell GoogleApps nelle scuole, elementari, medie e 
> superiori, università escluse, e qui viene un punto a favore di google ma 
> anche una possibilità per le open-cloud.
... in realtà sono molte


In realtà moltissime università sono già passate a Google

unitn è fra le prossime.
Nel frattempo FMach e FBK sono già state migrate.

> [...]
> Se un preside, e purtroppo in trentino questo tipo di decisione spetta alla 
> PAT poichè i presidi sono meno autonomi, prende la decisione di utilizzare 
> nella suola le Google Apps si risolve in un colpo solo una "valanga di rogne" 
> , e siccome lo fa gratis, non ne ne deve nemmmeno rispondere in futuro.

Prima di tutto credo sia fondamentale che la scelta sia mediata da un
ente (scuola o PAT o MIUR o quello che è) che si prende carico del
contratto del fornitore in modo da garantire il rispetto delle leggi,
in particolare quando poi si parla di minorenni.
Con questo intendo dire che per qualsiasi servizio online (o se
preferiamo in cloud) l'ente competente deve prendere visione se i
termini d'utilizzo rispettano le regole di sopra.
Se non le rispettano, allora si guarda cosa offre il servizio a
pagamento e, comunque, si fanno le comparazione sui costi di una
soluzione analoga in casa (costi non solo di licenze,
ma anche di manutenzione).
Mi sembra che, in generale, ci si fermi alla seconda considerazione e
non si pensi minimamente alla prima.
Invece credo fortemente che debbano essere presi in considerazione
entrambi gli aspetti.

Tornando alle google apps:
di fatto queste funzionano molto meglio con google chrome, quindi il
risultato è che poi si migra a google chrome (software proprietario)
con il potenziale cavallo di troia che, quello che è vietato dal
contratto, lo si può aggirare attraverso i termini d'uso
dell'applicazione gratuita
(chiaramente non tutto).

Onestamente dubito che ci sia rimedio a tutto questo, ma credo sia
importante insegnare che esistono anche altri strumenti.
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