[Linuxtrent] [OT] Utente o programmatore?

  • From: Mario Alexandro Santini <alexmario74@xxxxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Sat, 11 Oct 2014 10:46:12 +0200

Ciao a tutti,

ho l'impressione che questo sarà un post lungo, quindi siete avvertiti. :)

Lo scopo di questa e-mail è di chiarire una mia posizione, già espressa in
un altro thread.

Ci tengo, perchè penso che sia importante affermare la professionalità ed
il ruolo come vaolori che contribuiscono al bene comune.

Quindi farò qualche semplificazione, ma terrò comunque i concetti molto
reali e pratici.

La domanda è:

Si può scrivere un buon software solo se si conosce bene il problema,
oppure serve essere dei bravi programmatori?

La risposta sembra scontata: entrambe le cose sono indispensabili.

Ma se uno scrive:

Si può scrivere un buon software se si è degli utenti, piuttosto che degli
sviluppatori.

Certo, qualcuno deve aver messo assieme le due frasi, come se avessero lo
stesso significato.
Ma in questo secondo caso, la mia risposta è no, si può scrivere un buon
programma se si è dei buoni programmatori.

E quindi un utente può scrivere un buon software, ma solo se è un buon
programmatore.

E qui non si parla di cosa dovrebbe fare uno per essere un buon
programmatore.

In questo caso, io risponderei: dovrebbe scrivere del buon codice!

E l'utente?
Anche lui è importante?

Ecco, qui voglio chiarire un'altra parte dei miei interventi, che non sono
legati alla mia risposta sopra, ma ci sono stato trascinato.

Spero che quanto segue sia più chiaro.

In questa lista si parla di software libero (scusate ancora l'OT... :) ), e
quindi molti sono abituati alle comunità in rete dove l'utente ha un suo
ruolo e una certa possibilità e libertà di partecipare al processo di
sviluppo.

Molti, che conosco, sono anche sviluppatori, solo che lo fanno come liberi
professionisti il che è una situazione particolare.

La mia esperienza nasce, invece, all'interno di una società di medie
dimensioni e oggi di grandi dimensioni, dove si fa software su commissione.

Questo significa che noi non abbiamo l'utente, ma il cliente e quasi mai
coincidono.

Nella mia realtà, inoltre, è un po' complicato che uno sviluppatore faccia
qualcosa che va contro le richieste del cliente.
Il motivo, non è una ferrea disciplina aziendale, ma il processo che
abbiamo.

Finito il lavoro di sviluppo, il software passa attraverso 2 fasi distinte
di test.
Noi le chiamiamo le Prove di Verifica e Validazione e le Prove di Qualifica
in Rete o Collaudo.

Solo se il codice supera questi due passaggi arriva al cliente.

Mi sembra si sentire il mormorio: " ma anche io testo il mio codice ".

Non è la stessa cosa, perché in queste due fasi non sono io a provare il
mio programma, ma lo fa una terza persona che si occupa di garantire la
qualità del prodotto.

Questo significa che tu non parli con l'utente?

No, io parlo, se ne ho il mandato, sia con il cliente e sia con l'utente.
Ma attenzione, perché spesso lo scopo del cliente non è quello di agevolare
la vita all'utente.
Spesso e volentieri, anche piccole cose, che potrebbero essere utili, non
si possono fare, perché il cliente non vuole che l'utente possa farle.

Questo, per chiarire il mio pensiero sull'interazione utente-sviluppatore,
che ripeto non è legata a quanto ho risposto in origine.

Ora potete essere d'accordo, ma anche no ovviamente.



-- 


 Mario

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