[Linuxtrent] Re: DDL FLOSS in Provincia Autonoma di Trento

  • From: Marco Ciampa <ciampix@xxxxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Sun, 13 Nov 2011 02:29:26 +0100

On Sat, Nov 12, 2011 at 06:56:41PM +0100, Antonio Galea wrote:
> 2011/11/12 matteo ruffoni <mattruffoni@xxxxxxxxx>:
> >
> >
> > Personalmente non mi sembra così facile derogare
> 
> Anche a me pare che l'articolo 10 sia impostato in modo
> piuttosto lasco: consente deroghe fin troppo generiche,
> e mette sullo stesso piano il software libero con i dati ed
> i formati aperti.
> 
> Se non ci fossero standard aperti possibili per lo scambio
> di dati (peraltro, non conosco _nessun_ settore in cui questo
> sia vero - gli standard sono aperti per definizione!), la PA
> avrebbe il DOVERE di sceglierli o implementarli e quindi di
> imporli. A mio avviso anche se dovesse costare di più, ed
> in alcuni casi è probabile che sarà vero, l'adozione di formati
> dati aperta dovrebbe diventare assolutamente inderogabile:
> altrimenti l'accesso a tali dati sarà di fatto impossibile da
> qui a pochi anni.
> 
> Trovo invece che sia ragionevole usare software proprietario
> nelle amministrazioni qualora faccia le cose meglio degli
> equivalenti FLOSS (qui alcuni casi esistono), a patto però
> che consenta dei risparmi sostanziali sul lungo periodo.
> 
> A questo riguardo, vorrei far notare che è difficile definire
> se una scelta sia antieconomica o meno, senza dichiarare
> l'orizzonte temporale a cui si guarda: credo che sia una
> vistosa mancanza in questo testo. Prevedere di fare conti
> su un arco temporale di almeno 5 anni metterebbe in buona
> evidenza quanto sia palesemente antieconomico molto del
> software proprietario che è attualmente in circolazione.
> 
> Infine, vorrei commentare l'articolo 6 sull'istruzione, che
> introduce di fatto la possibilità di usare le stesse deroghe
> dell'articolo 10 anche per le finalità didattiche: trovo che sia
> profondamente contraddittorio con lo spirito della proposta.
> 
> In un'aula non ci si deve porre il problema dell'efficienza sul
> lavoro, ma dell'efficacia formativa: in questo senso, se si
> volessero prevedere delle deroghe, non si dovrebbe appellarsi
> alle stesse valutazioni che vengono fatte in campo professionale.
> 
> Se lo scopo è di fare "formazione digitale", non ci sono
> risparmi che tengano - le scuole devono essere spinte
> (non "incoraggiate") ad usare ovunque strumenti aperti,
> in modo che gli studenti possano studiarne sia le funzionalità
> che il modo in cui sono implementate. E, magari, partecipare
> alla segnalazione di problemi e a tutta la vita "sociale" del
> software aperto, che a mio avviso costituiscono la motivazione
> formativa più rilevante.
> 
> Antonio

Bravo Antonio, sei stato molto chiaro e puntuale e hai espresso bene
ciò che penso anche io ma non sarei stato altrettanto bravo a
scriverlo. Proporrei di partire da questa nota per le discussioni.


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Marco Ciampa

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