2014-10-08 20:24 GMT+02:00 matteo ruffoni <mattruffoni@xxxxxxxxx>: > >> In linea teorica Mario ha ragione, ma mi sento molto vicino a Giuseppe, > e mi pare che Vesna ha centrato il problema. > Guarda, io penso di avere ragione in pratica e non in teoria. Non conosco i problemi informatici della scuola, ma penso non siano tanto differenti dai problemi causati da una cattiva progettazione dovuta a varie ragioni. Qui il problema non è la qualità dei programmatori, ma di chi ha preso le decisioni che contano. Da dove è nato il software? Chi ha preso le decisioni importanti? A Matteo e a tutti gli altri utenti insoddisfatti ricordo una massima poco nota, ma molto importante: Rendere una cosa semplice è difficile. Una volta ho anche visto una vignetta dove si paragonavano i software Apple, Google e quelli di cui vi state lamentando voi. La vignetta era veramente efficace, perché mostrava proprio dov'era questa differenza e quindi si capiva bene la vera natura del problema. In genere un software diventa difficile da usare, quando si sbaglia il modello dati, quando si inseriscono troppe funzionalità, quando si possono fare le stesse cose in tanti modi diversi, quando non è integrabile con altri software. Tanto per fare un elenco sommario di alcune delle motivazioni che mi saltano in mente ora. Non dovete delegare le decisioni di utilizzo ad un programmatore, senza avergli spiegato bene, ma proprio bene, dove volete arrivare e magari imponendogli delle scelte tecniche e tecnologiche (che invece spetterebbero di più a lui). E poi c'è sempre chi non pensa di coinvolgere gli utenti. I contratti sono fatti in modo che quando il progetto arriva in produzione, si conclude il lavoro di sviluppo e quindi non è più possibile dare seguito a richieste. > ciao matteo > -- Mario