2011/10/24 Roberto Resoli <roberto.resoli@xxxxxxxxx> > > mah, se mi citi una legge che riporta questa cosa, posso ricrederermi; > se esiste, si tratta comunque > di una legge da cambiare, imho. > > Guarda, non sono un esperto di leggi e non conosco una legge che imponga l'utilizzo della penna biro di un particolare colore per redarre i documenti. Secondo la mia esperienza, so che spesso basta molto meno perché ti facciano storie, che esistono apposta migliaia di moduli e che se non compili uno dei loro moduli non va bene, e non va bene nemmeno se hai un documento con tutte le informazioni che ti chiedono, se non è formattato secondo il loro modulo. E questa è carta. Non vedo perché la digitalizzazione dovrebbe essere differente. Perché deve servire una legge apposta per questo? Se non c'è nemmeno per la parte cartacea? > Non è così, la PEC non prevedae che tu prenda visione di quanto > ricevuto. La ricevuta la manda > il server del tuo gestore PEC quando consegna il messaggio nella tua > mailbox. > Dal momento dell'emissione di questa ricevuta partono gli effetti legali. > > Quello che tu dici è ragionevole e anche probabilmente giusto, ma non > così scontato. > Sarebbe bello sentire il parere di un avvocato. > > Quello che certifica la PEC, è che il documento ti è arrivato. Basta, nient'altro. Se la e-mail è vuota o rimanda ad un allegato che non è stato incluso, che effetti legali partono? Qui valgono, secondo me, le stesse regole del cartaceo, lo accetti se va bene, altrimenti lo rimandi indietro e chiedi di sistemare. Certo, la PA ha dei tempi di processazione delle pratiche, quindi uno può usarlo come giochetto per ottenere un permesso che non dovrebbe avere. Ma questo è in primo luogo un problema dei tempi con cui la PA risponde (troppo lunghi), ed in secondo luogo, la ragione si andrà comunque a verificarla da un giudice. > rob > -- > > -- Ciao, Mario