[Linuxtrent] Re: Passaggio di SGA da Word a OpenOffice

  • From: Mario Alexandro Santini <alexmario74@xxxxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Thu, 9 Oct 2014 14:09:48 +0200

2014-10-09 13:20 GMT+02:00 Marco Ciampa <ciampix@xxxxxxxxx>:

>
> No, è _sempre_ utile coinvolgere l'utente. Tutto sta a capire chi è.
> Non lo coinvolgi solo se il problema lo conosci così bene da farne a
> meno (non è sicuramente questo il caso, purtroppo...)
> In questo caso l'utente sono insegnanti, personale della segreteria,
> famiglie e studenti.
>
> > A volte stai scrivendo qualcosa per semplificare il lavoro,
> > a volte persostituire l'"utente".
>
> No ancora una volta non è così. L'utente non lo puoi eliminare.
> Devi piuttosto capire chi è veramente il tuo utente.
> Se il tuo utente è in Consiglio Provinciale allora lo SGA
> funziona benissimo...
> Chi eliminiamo secondo te: il personale di segreteria, i professori,
> le famiglie o gli studenti? Certo che se li togliamo tutti il problema si
> semplifica notevolmente... ;-)
>
>
Allora mi spiego meglio.

A volte si scrive un programma che andrà a sostituire delle persone che
svolgono una mansione.

In questo caso è piuttosto difficile coinvolgere i diretti interessati.




> E hanno ragione: vedi Office2003 vs Office2007
>
> E' un'affermazione piuttosto pesante, visto che si discute di programmi
realizzati ad hoc e non di prodotti fatti e finiti.

Piccola parentesi, la stai buttando su: "l'utente ha sempre ragione",
mentre l'affermazione di partenza, quella che io ho contestato è: "il
programmatore deve sapere quello che fa l'utente".
Ed io ti rispondo di nuovo: no, il programmatore deve sapere come scrivere
un buon programma.

E' l'utente che deve sapersi spiegare. E per capire quest'ultima frase
leggi prima la prossima risposta.


> Bravo. E come fai a fartela? Chiedi o coinvolgi l'utente.
> Non lo fai? Disastro...
>
>
Non è "sempre" necessario chiedere all'utente, ma soprattutto non è il
programmatore a scegliere, ma chi commissiona il software.



>
>
> Appunto. Si sono visti programmi scritti bene e altri scritti male
> ottenere lo stesso scarso risultato. Il problema è nel metodo.
>
>
Esatto, nel metodo.


>
>
> Perché ascoltava direttamente gli utenti e stava bene attenta a fornire
> loro cosa chiedevano. Ogni volta che MS non ha fatto così è stato un
> fiasco.
>
>
Non è vero.

Microsoft ha fatto più soldi di altri, non perché i propri prodotti fossero
migliori, ma perché ha trovato un modo per farseli pagare meglio.

Io sono cresciuto ascoltando lamentele sulla pessima qualità del software
Microsoft.

La controprova è che l'hardware, che invece hanno venduto direttamente, era
di qualità elevata.



>
> Secondo me qui ha ragione Antonio. Tu hai detto delle cose giuste in
> generale, ma che non si applicano bene all'esempio specifico. Antonio che
> mi pare sia un po' più "dentro" (non so come mai, intendo, non sapevo che
> ne avesse avuto esperienza...) ha centrato la questione.
>
>
Tua opinione, io ho solo cercato di portare la mia esperienza in materia.



> Fintanto che i processi rimangono questi non vedo come IT possa
> umanamente creare SW funzionale. Spero proprio di sbagliarmi.
>
>
Già, ma come dicevo i processi sono sbagliati, perché si pretende che il
programmatore impari il mestiere dell'utente del software, invece di
concentrarsi a fare bene il suo lavoro.

Poi c'è anche il problema delle figure professionali che mancano e di
quelle che ci sono ma funzionano male o al massimo funzionano a metà.

Gran parte di questi problemi sono dovuti a idee sbagliate sul software e
su come lo si deve realizzare.



> --
>
>
> Marco Ciampa
>
>
>


-- 


 Mario

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