[Linuxtrent] Re: Passaggio di SGA da Word a OpenOffice

  • From: Marco Ciampa <ciampix@xxxxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Fri, 10 Oct 2014 17:09:00 +0200

On Fri, Oct 10, 2014 at 03:04:36PM +0200, Flavio Visentin wrote:
> On 10/09/2014 06:18 PM, Lele Gaifax wrote:
> >>un programmatore deve conoscere bene l'informatica e deve saper scrivere
> >>bene il software.
> >>E questo non in teoria, ma in modo molto pratico e concreto.
> >>
> >>Il resto è compito di qualcun'altro.
> >
> >Trovo difficile anch'io immaginare che un programmatore, a prescindere
> >dalla sua abilità, possa fare bene il suo mestiere senza avere contatto
> >con chi userà il suo prodotto. Certo, in condizioni particolari quel
> >contatto può essere delegato a un analista,
> 
> In realtà se si considera la separazione dei ruoli ha ragione Mario.
> 
> Il compito di raccogliere le esigenze dall'utente, produrre il
> workflow, definire i metodi di sviluppo, ecc. deve essere svolto
> dall'analista.
> Il programmatore dovrebbe limitarsi a prendere l'output
> dall'analista e produrre il codice.
> Infine il tester dovrebbe prendere il codice, verificarne l'aderenza
> a quanto definito dall'analista, scovare bug, ecc. e dare l'OK per
> le build da sottomettere al giudizio del committente.
> 
> Il che è proprio come funziona in ambienti complessi. Naturalmente
> per piccoli team spesso i ruoli sono accorpati, ma il ruolo
> dell'analista è quello più complesso e non tutti i programmatori
> sono in grado di svolgerlo in modo idoneo.
> 
> >ma ritengo che solo il
> >feedback dei diretti interessati possa consentirgli di implementare una
> >soluzione *pratica*, oltre che ovviamente /funzionale/.
> 
> IMHO tutto dipende dall'analista. Se è capace di raccogliere le
> informazioni in modo corretto e completo (ed è un'arte riuscire a
> capire cosa vuole l'utente, come lo vuole e perché lo vuole) e di
> descriverle in modo compiuto al programmatore, il prodotto nasce e
> cresce bene.
> Se l'analista fallisce il prodotto sarà magari tecnicamente
> ineccepibile ma inadatto a svolgere la sua funzione.

Bravo Flavio, bravo Mario, Vesna ecc. piano piano ci stiamo avvicinando
alla questione.

La situazione descritta da Mario non descrive IMHO una persona fisica ma
un ruolo. Poi Mario descrive altri ruoli, oltre al programmatore,
l'analista ecc. Il discorso è: per programmi come questo, le figure
professionali necessarie, c'erano? Erano previste? La dimensione del
progetto porta alla separazione fisica delle figure?

Troppe cose non sappiamo per cui ci "scanniamo" per questioni
metodologiche che possono essere ineccepibili ma poi vanno calate nella
realtà.

Certo che in teoria c'è sempre tutto ma nella pratica le cose sono
diverse e spesso la gente che tiene veramente ad un progetto, anche
inconsciamente, anche senza preparazione, è portata a compensare e ad
interpretare i vari ruoli fino al soddisfacente completamento del
progetto.

Giuseppe ha descritto un processo talmente piccolo da incorporare
programmatore, analista e utente nella stessa persona. 

(PS: essendoci tutti questi ruoli in uno voglio sperare che la
comunicazione tra Giuseppe e Giuseppe abbia funzionato! ;-)

A parte gli scherzi, nel caso in questione sicuramente il processo non è
trasparente (magari per nostra incapacità di chiedere alle persone
giuste, non so...) dato che non sappiamo né quante persone hanno
partecipato, né che ruolo svolgevano, se c'erano i vari ruoli, ecc.

Solo di una cosa siamo sicuri: il risultato non è stato all'altezza.

Che conclusioni possiamo trarne per fare in modo che questo scambio di
opinioni sia servito a qualcosa?

Consigli per Mario (B.)?

Incaricare delle persone ad interessarsi alla cosa in modo da vedere se
c'è modo di migliorare semplicemente cercando di migliorare la
comunicazione "dal basso"?

Visto che sei evidentemente esperto in materia, Mario S., a parte la
teoria, se volessi fare qualcosa per migliorare / contribuire, tu che
faresti?

Va bene anche dire: "... non farei niente perché secondo me non è compito
del programmatore compensare la mancanza di analisi ecc. ". 

Certo però che se un programma in ente pubblico non va, a parte le
responsabilità dei singoli che sono chiaramente limitate dai rispettivi
ruoli, paghiamo un po' tutti se stiamo zitti chiusi nel nostro ruolo... 
o no?

-- 


Marco Ciampa

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